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La Grande Bellezza
Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita (Louis-Ferdinand Céline)
I primi fotogrammi del film partono da questa citazione di Céline, tratta dal suo lavoro più famoso: Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932). In questa opera l’autore critica in modo quasi dissacrante la società e l’umanità attraverso un’esplorazione cupa della natura umana e delle sue miserie quotidiane. Su questa frase di Céline, intrisa di illusione e di realismo, si dipana il film di Sorrentino “La Grande Bellezza”, girato in una Roma imponente ed incantata nella quale i protagonisti sprecano le loro esistenze in feste sfrenate e volgari, in pettegolezzi, in discorsi vacui e ridondanti. Lo spettatore da subito è sospeso tra la bellezza monumentale della Capitale ed un’umanità “desolata e desolante”.

Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita (Louis-Ferdinand Céline)I primi fotogrammi del film partono da questa citazione di Céline, tratta dal suo lavoro più famoso: Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932). In questa opera l’autore critica in modo quasi dissacrante la società e l’umanità attraverso un’esplorazione cupa della natura umana e delle sue miserie quotidiane. Su questa frase di Céline, intrisa di illusione e di realismo, si dipana il film di Sorrentino “La Grande Bellezza”, girato in una Roma imponente ed incantata nella quale i protagonisti sprecano le loro esistenze in feste sfrenate e volgari, in pettegolezzi, in discorsi vacui e ridondanti. Lo spettatore da subito è sospeso tra la bellezza monumentale della Capitale ed un’umanità “desolata e desolante”.

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