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Premessa (di Agostino Di Lustro)

Le origini della chiesa isolana o insulana , come scrive il Kehr , sono molto incerte. Il primo vescovo di cui abbiamo notizia è Pietro, insulano o isclano, che, con gli altri vescovi suffraganei dell’arcivescovo di Napoli, sottoscrive gli atti del terzo concilio lateranense, indetto da Alessandro III nel 1179. La ricostruzione storica delle vicende della diocesi presenta grandissime difficoltà a causa delle travagliate vicende che hanno portato alla distruzione di un ingente patrimonio archivistico. Le eruzioni vulcaniche, i terremoti, le invasioni dei pirati, gl’incendi, l’incuria degli uomini, i trasferimenti della cattedrale e dello stesso archivio del vescovo sono state le cause di questa deplorevole scomparsa . Per questi motivi, trattando del vescovo Giovanni Antonio de Vecchi, bisognerà necessariamente tener presenti le lacune, dovute a difficoltà oggettive che incontrano coloro che si interessano delle vicende della chiesa isolana e dell’attività pastorale dei suoi vescovi. Risulta scomparsa, per esempio, tutta la documentazione che si riferisce alle visite pastorali dei vescovi e che tanta importanza assume proprio nello studio della loro attività. Sebbene spesso in vari documenti veniamo a sapere di tali visite e benché spesso gli stessi vescovi ne parlino nelle loro relazioni ad limina , gli atti di S. Visita più antichi, ancora in nostro possesso, sono quelli della visita pastorale del vescovo Pasquale Sansone (1792-1799), effettuata dal 22 agosto al 5 novembre 1792. È un documento, però, di scarsa importanza. Il testo completo delle relative note è riportato nell’allegato